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Così abbiamo chiesto materiale agli amici (Enzo Cozzolino del Teatro Glug ci ha gentilmente ceduto una registrazione della Televisione Nazionale Tedesca) e ne abbiamo raccolto molto anche per nostro conto.
Alla fine, dopo aver visto diverse messe in scena da maestri burattinai e marionettisti, e dopo aver ammirato tali meraviglie dell’animazione, eravamo rimasti colpiti dal fatto che le marionette (e anche gli attori con le maschere o i burattini) durante il canto non aprissero la bocca.
In special modo nelle scene solenni, rimanevano impalati mentre la musica e il canto scorrevano sul fondo, creando una sensazione di distacco che, fino a qualche attimo prima magari in una fase movimentata della narrazione, era del tutto assente. Sembrava quasi che le marionette, nella loro immobilità transitoria, avessero cessato di vivere.
Con Patrizia abbiamo allora deciso che le nostre marionette avrebbero aperto la bocca, seguendo la labiale del canto: una condizione irrinunciabile.
Lo abbiamo deciso, ma in quel momento non sapevamo se ciò sarebbe stato possibile; non sapevamo se ne fossimo stati capaci.
Ripensandoci ora, devo ammettere che abbiamo rischiato; ci siamo avventurati in un mondo ancora in gran parte sconosciuto.
Ma se l’artista non rischia, mi sono detto, artista non è. E l’abilità di Patrizia nello scolpire la gommapiuma, ci ha fatto poi procedere spediti.
Le esperienze che avevamo con le marionette a bacchetta, erano piuttosto superficiali: io avevo fatto un breve stage al Festival Internazionale delle Figure Animate del Tieffeu, con Damiano Privitera delTeatro Alegre di Pinerolo (TO) che ci aveva semplicemente introdotto alla tecnica del Bunraku.
In parte utilizzavamo le bacchette già con lo spettacolo Loira Narpei Circus, ma erano di foggia primitiva e occorreva uno sviluppo importante, che desse sicurezza al manipolatore ed efficacia al movimento.
Così ho cominciato a studiare i diversi tipi di leve e il risultato è quello che vedete nelle foto di questa pagina: una bacchetta a pinza, lunga circa 12-15cm, che permette di sorreggere e muovere bene la marionetta e contemporaneamente farle aprire la bocca.
E nelle foto qui sotto potete vedere il risultato finale.
Attendiamo i vostri commenti.
Stefano Cavallini