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Tornando a scrivere su queste pagine, mi scuso con voi per la lunga assenza, a volte mi lascio vincere dalla pigrizia ed anche da un po’ di sconforto, ma questa è un’altra storia. Però è proprio con giornate come l’appena trascorso Primo Maggio che mi riconcilio con il mondo e con le mie idee.

Anche quest’anno ero a Braccagni (click sulla foto per ingrandirla), al Cantamaggio più famoso di Maremma, nella nuova area, il San Rocchino, che ha sostituito il vecchio, amato e tradizionale Campo della Fiera. Il Rito si è svolto come sempre con grande partecipazione di pubblico, con un solicello gentile e tanti canti. Questa volta è venuta con me anche Marta Marini, una giovane mandolinista con cui collaboro da un paio d’anni e che suona nei miei spettacoli in teatro e nei recital formando un insieme perfetto con il mio “storico” e grande fisarmonicista Mauro Volpini. Ho voluto che Marta, di formazione classica, aggiungesse un elemento di conoscenza importante alle parole musica popolare tanto usate e abusate ultimamente e così è stato. Quando siamo arrivate a Braccagni, ci siamo con molta soddisfazione sottoposte al rito del saluto a tutti gli amici: Edo Galli e Roberto Fidanzi (organizzatori della Sentinella del Braccagni), Veraldo Franceschi, Corrado Barontini, Alessandro Bencistà, Pietro Lino Grandi, Gildo dei Fantardi, la Banda del Torchio, Francesco Burroni, Enrico Rustici e tutti i Cori provenienti da varie parti della Maremma esausti per la nottata passata a cantare il Maggio. La mancanza del grande Eugenio Bargagli era sentita da tutti, ma la sua presenza era palpabile. Ho salutato Mirella, la figlia, che se ne stava sotto un olivo ad assistere allo spettacolo.
Ho girellato per un paio d’orette parlando con tutti e visitando gli stand allestiti. Con mio marito ci siamo fatti fare una foto tipo dagherrotipo dove sembriamo davvero il brigante e la sua bella (click sulla foto per ingrandirla), un sogno mai realizzato. Poi verso le cinque ho cantato insieme a Marta e Sesto Vergari e abbiamo dedicato alla Maremma la bellissima Son l’undici di notte, a due voci, e a richiesta anche Il grillo, come si usa a Braccagni.
Poi la novità: esattamente il Primo Maggio ho voluto presentare per la prima volta al pubblico, il mio nuovo CD: Gl’è tutto sbagliato gl’è tutto da rifare, un omaggio alla canzone popolare d’autore con brani di artisti del passato: Il valzer della povera gente, Porta un bacione a Firenze, Madonna fiorentina e molti altri; chiudendo poi con alcuni del presente, fra cui i miei: La canzonella, Gl’era tanto bono, Il valzer che, Mi si schianta i’core e il brano che dà il titolo all’album: Gl’è tutto sbagliato; e per i puristi del genere anche un brano un po’ fuori luogo, A me mi piace vivere alla grande degli anni 70, una cover dimenticata del menestrello/filosofo Franco Fanigliulo, il bel ragazzo che nel film Berlinguer ti voglio bene canta nell’orchestrina sul palco della festa da ballo quando il Cioni apprende della morte della madre e dà vita a quella famosa scena di disperazione proletaria che tutti ricordiamo: un omaggio agli ultimi.
Quindi, per cui, ovvero, mi coglie il sospetto che infondo… e “Gl’è tutto sbagliato gl’e` tutto da rifare“…
Mah! Speriamo di no!Un saluto a tutti.
Lisetta.